COVID 19: gli effetti della pandemia sulle persone affette da disabilità intellettiva

La situazione di emergenza sanitaria con la quale conviviamo ormai da quasi due anni, ci ha abituato ad assecondare e accogliere, con più o meno piacere, una serie di provvedimenti restrittivi volti a contrastare la diffusione della pandemia. Ma quali sono e quali saranno, nel breve e lungo termine, le ripercussioni sulla salute mentale degli individui affetti da deficit intellettivi?

Se infatti per la maggior parte della popolazione l’adattamento, seppur a volte mal digerito, è avvenuto senza insormontabili criticità, lo stesso non può dirsi per quella particolare categoria di soggetti che, proprio sulla “routinarietà” di azioni e comportamenti, impostano le loro giornate.

Diverse associazioni e società, tra cui la SiDiN (Società Italiana per i Disturbi del Neurosviluppo) e l’Anffas Nazionale (Associazione nazionale per Famiglie di persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), hanno portato avanti degli studi e fornito documenti all’interno dei quali è possibile individuare alcune indicazioni pratiche sulla gestione della situazione quando ci si trova davanti a persone affette da disabilità intellettiva. Tra i diversi ostacoli che tali soggetti si trovano costretti a dover fronteggiare, ne emergono tre in particolare che concorrono in misura maggiore ad aumentarne la sofferenza psicologica:

  • I già citati stravolgimenti delle proprie routine quotidiane;
  • La riduzione e a volte l’assenza di contatti sociali; ….. La difficoltà nella comprensione delle informazioni sull’attuale situazione e delleraccomandazioni igienico sanitarie da adottare per arginare i contagi.Per quanto riguarda il primo punto, un’efficace strategia potrebbe essere quella di sostituire gradualmente le attività quotidiane, non più svolgibili normalmente, con una nuova routine che pianifichi differenti attività nel corso della giornata da portare a compimento. Un utile strumento da adottare potrebbe essere l’agenda visiva, un ausilio che permette di visualizzare l’elenco dei compiti da svolgere durante il giorno, pianificandoli e portandoli a termine in maniera sequenziale.Immancabile dovrebbe essere il tempo dedicato alla socializzazione, che consenta a queste persone la possibilità di mettersi in contatto, anche per mezzo di messaggi e videochiamate, con i propri cari, con gli amici e le rispettive famiglie. Sebbene sia forse impossibile sostituire il contatto umano, esistono numerose piattaforme online che, se utilizzate in maniera corretta con l’eventuale supporto di familiari e operatori, possono aiutare a mitigare quei sentimenti di isolamento e sconforto che potrebbero fare la loro comparsa.Occorre infine accompagnare queste persone nel reperimento delle informazioni corrette che possano spiegare loro, con un linguaggio il più possibile chiaro e comprensibile, la situazione che ci si trova costretti a vivere, senza sovrastimolarle o confonderle.Queste misure, se adottate correttamente, potranno essere un valido supporto per le tante persone che, soprattutto in momenti come questi, hanno bisogno di vicinanza, supporto e affetto. L’auspicio è che tali soggetti siano sempre più valorizzati all’interno della società a cui meritano di appartenere e che vengano allontanati e ridotti i rischi legati all’emarginazione e alla stigmatizzazione nei confronti della disabilità.

In collaborazione con Alessandro Bellardi Falconi

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