Fobie
Secondo l’accezione più arcaica “fobia” significa “panico”. La parola greca “phóbos” implica, infatti, una paura immotivata e continua nei confronti di determinati oggetti, situazioni, animali o persone. L’Io può non trovarsi a suo agio nell’ambiente circostante, dando luogo alla manifestazione fobica. Il sintomo più facile da individuare consiste nel desiderio più o meno esplicito del paziente di fuggire da quel qualcuno o qualcosa che destabilizza il suo equilibrio, fino ad arrivare all’attacco di panico.
Watson, sulla base degli studi compiuti da Pavlov, applicò nel 1920 la teoria del condizionamento classico alle fobie, compiendo un esperimento su un bambino di nove mesi. Associando ripetutamente un rumore spaventoso alla comparsa di un topolino, il piccolo divenne terrorizzato dagli oggetti bianchi e pelosi. Si tratta generalmente di fobie condizionate e non proporzionate alla minaccia provocata dallo stimolo.
Tra le fobie più comuni si annoverano l’amaxofobia (paura di guidare l’auto), l’aracnofobia (paura dei ragni), la claustrofobia (paura degli spazi chiusi) e l’aerofobia (paura di prendere l’aereo)etc etc. Alcuni soggetti possono sviluppare congiuntamente agli attacchi di panico l’agorafobia, ovverosia la paura di trovarsi all’aperto, lontano da casa o dalle figure di “sicurezza” e/o in circostanze imbarazzanti durante un attacco.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale odierna afferma che il disturbo è originato dal cattivo apprendimento. Una delle terapie più efficaci, riscontrate scientificamente, è la tecnica di desensibilizzazione sistematica (D.S) di Wolpe. Essa mira ad insegnare al paziente in primis adeguate modalità di rilassamento. Durante le sedute lo psicologo esporrà gradualmente il paziente all’evento fobico in stato di rilassamento, questo tramite il processo d’inibizione reciproca, farà scomparire l’associazione tra stimolo fobico e ansia, instaurando un controcondizionamento. Ogni seduta richiede un momento di valutazione iniziale e finale, atto a verificare i progressi del trattamento, effettuati anche con strumentazioni all’avanguardia scientifica come il biofeedback.
Altresì in base alle esigenze cucite sul paziente, si potranno integrare “vecchie” tecniche come la D.S. con tutte le tecniche di terza generazione cognitivo comportamentali, A.C.T e mindfulness.
Lo psicologo Luca Di Venanzio e la psicologa Pamela Di Paolo seguiranno con estrema cura le terapia dei pazienti, presso il loro centro a Pescara.