David Beckham e il Disturbo Ossessivo Compulsivo: “Di notte pulisco le candele…”

Secondo la classificazione del DSM, il Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali, giunto alla sua V edizione, il Disturbo Ossessivo Compulsivo (conosciuto anche come DOC o OCD in inglese), è un disturbo mentale caratterizzato dalla presenza di ossessioni, che possono o meno essere accompagnate da compulsioni.

Le ossessioni sono rappresentate da immagini, pensieri o impulsi ripetitivi e intrusivi, percepiti come incontrollabili. Tali idee, avvertite come disturbanti e solitamente giudicate come infondate o eccessive da uno spettatore esterno, attivano emozioni molto intense e sgradevoli quali ansia, senso di colpa e disgusto che trascinano, chi le sperimenta, in un vortice di estrema sofferenza e, talvolta, solitudine.

Le compulsioni, conosciute anche come cerimoniali o rituali, possono essere sintetizzate in comportamenti ripetitivi o azioni mentali finalizzati ad arginare il disagio emotivo generato dagli impulsi e dai pensieri che caratterizzano le ossessioni appena descritte.
È un disturbo che colpisce circa il 2-2,5% della popolazione generale e all’interno di tale percentuale rientra anche un volto noto del calcio inglese e internazionale, David Beckham. L’ex centrocampista britannico, che ha vestito anche la maglia del Milan nel corso della sua lunga carriera, lo ha raccontato nel corso delle riprese della docuserie incentrata sulla sua vita e che sarà prossimamente trasmessa su Netflix.

L’ex calciatore ha confessato di restare spesso sveglio di notte per colpa di alcune “manie” che da anni lo affliggono. «Quando tutti dormono nei loro letti, vado in giro per casa, pulisco le candele usate, accendo gli interruttori in modo che siano correttamente allineati e mi assicuro che tutto sia in perfetto ordine».

Già nel 2006, ben sette anni prima che si ritirasse definitivamente dal calcio giocato, Beckham aveva svelato al canale televisivo ITV particolari della sua ossessione per l’ordine e la pulizia: «Tutto deve essere ordinato in linea retta – aveva affermato – e le cose devono sempre essere pari. Se le bibite in frigo sono dispari ne tolgo una e la dispongo su un altro mobiletto. Se vado in albergo, prima di rilassarmi devo riporre in un cassetto tutti gli opuscoli e i libri della stanza. Tutto deve essere immacolato».

I disturbi ossessivi di Beckham, evidenziati dalle prime immagini svelate in un’anteprima promozionale a Londra, mostrano anche i litigi con la moglie Victoria, rimproverata di non aver rimesso il sale al suo posto: «Pulisco accuratamente la cucina – spiega Beckham – ma non sono sicuro che mia moglie lo apprezzi molto». Nel filmato la compagna tenta di rassicurarlo, ma è proprio l’ex calciatore che ammette come non sia semplice convivere con il disturbo: «Odio scendere la mattina e avere tazze e piatti sporchi. Ed è estenuante andare in giro per pulire ogni candela, pulirne il vetro che la circonda… questa è la mia fobia, che ci sia una macchia all’interno di una candela. Lo so, è strano».

Questa testimonianza, per quanto singolare, ci aiuta nella comprensione di come i disturbi mentali possano colpire chiunque, anche quelle celebrità che noi tutti tendiamo a considerare come persone incondizionatamente felici, serene e al di sopra di quei problemi che noi “comuni mortali” ci troviamo costretti, in alcune fasi della nostra vita, a dover fronteggiare. Quelle persone “speciali” tornano improvvisamente a essere “normali”, così come “umane” diventano le difficoltà che anche loro devono affrontare. Storie come quelle di Beckham potremmo viverle tutti noi e tale consapevolezza può esserci d’aiuto nell’armarci del coraggio necessario ad affrontare a testa alta le difficoltà che, con l’aiuto di personale qualificato, potranno essere superate.

La terapia cognitivo comportamentale, in particolare la nuove generazione come l’ACT terapy, è ormai unanimemente considerata, da tutte le linee guida internazionali lo strumento d’elezione per risolvere, o quantomeno imparare a gestire, patologie molto spesso invalidanti come il DOC. Chiedere aiuto, riconoscendo di non essere in grado di poter contare solo su noi stessi, è un atto di coraggio e la prima, grande vittoria verso la vita piena e significativa che noi tutti meritiamo di condurre.

Se anche tu sei bloccato, non vergognarti di chiedere una mano. Professionisti della salute mentale, come il Dr. Di Venanzio Luca psicologo a Pescara potranno fornirti il sostegno e l’aiuto necessari, per il disturbo ossessivo compulsivo a pescara e non solo!

In collaborazione con il Dr. Alessandro Bellardi Falconi

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