Il periodo natalizio è quasi unanimemente vissuto e considerato come uno dei momenti più allegri e gioiosi dell’anno: luci e addobbi, regali, sorrisi, abbracci e buoni propositi.
Ma è sempre così? E, più di ogni altra cosa, è così per tutti? Studi psicologici e sociologici italiani e internazionali sembrano affermare proprio il contrario.
Per molte persone i giorni festivi assumono tinte cupe e sfumature tutt’altro che vivaci, con risvolti tanto negativi da portare, nei casi più gravi, a vere e proprie forme di depressione.
Da qualche anno sentiamo infatti sempre più parlare di “Christmas Blues”, letteralmente “Natale blu” o “tristezza natalizia”, una forma di depressione direttamente collegata al Natale e che porta con sé sintomi quali ansia, insonnia, pensieri negativi, irritabilità, anedonia.
Se da un lato accostare un disturbo psichiatrico al Natale potrebbe per certi versi apparire eccessivo, dall’altro è ormai frutto di evidenze scientifiche come, in alcuni individui soggetti e inclini a stati d’ansia e a deflessioni dell’umore, il clima di festa sembra essere responsabile dell’ingravescenza del quadro sintomatologico.
Ma quali possono essere le cause scatenanti alla base di un tale malessere? Si può senz’altro convenire su quanto i festeggiamenti natalizi predispongano, di fatto, all’esposizione a potenziali stressors: lunghe liste di regali da acquistare, riunioni familiari più o meno gradite e alle quali ci si sente in dovere morale di partecipare, un aumento del tempo libero e l’interruzione di parte della routine quotidiana, sono fattori che possono rappresentare per molti un inderogabile carico di obblighi, che gravano su situazioni magari già precedentemente stressanti e difficili.
Da non sottovalutare inoltre come, molto spesso, l’arrivo del Natale possa essere visto come il momento opportuno per tirare le somme e fare un bilancio di quanto raggiunto nel corso dell’anno che sta per finire, con conseguente senso di insoddisfazione qualora sia troppo esteso il divario tra ciò che ci si era prefissato e quanto effettivamente conseguito.
In aggiunta a ciò le feste di Natale quest’anno, come in quello passato, rischiano di essere influenzate negativamente dalla situazione di emergenza sanitaria causata dalla pandemia e dalle restrizioni con le quali noi tutti stiamo ormai, di fatto, imparando a convivere.
C’è anche chi, non necessariamente a causa del COVID 19, si trova in una fase di elaborazione del lutto per la perdita di una persona cara, o chi deve fronteggiare una separazione o una rottura sentimentale. In questi casi il clima condiviso e pervasivo di spensieratezza potrebbe non far altro che esacerbare ancora di più i già presenti sentimenti di nostalgia, tristezza e solitudine.
Come affrontare, dunque, la malinconia del “Christmas Blues”? Ancora una volta i principi e le tecniche dell’ACT si rivelano dei preziosi alleati sui quali fare affidamento nella gestione di momenti di particolare complessità emotiva.
È di fondamentale importanza essere in grado di cogliere le proprie emozioni. Saper ascoltare i propri sentimenti di tristezza potrebbe risultare molto più utile del tentativo forzato di apparire felici a tutti i costi.
Cercare di vivere il più possibile nel “qui e ora”, evitando di smarrirsi tra i rimuginii sul passato e rimanere imbrigliati tra le preoccupazioni del futuro, potrebbe essere una valida strategia per vivere nella loro interezza quei momenti dei quali molto spesso si fa fatica a godere appieno.
È importante, soprattutto cercare di adattarsi ai cambiamenti, condividere e donare affetto a chi si ama veramente, fare regali sentiti e vivere i momenti di gioia come una scelta personale e non obbligata, per agire e muoversi in una direzione costruttiva e coerente con i propri reali valori.
In collaborazione con Alessandro Bellardi Falconi